Tocca anche a noi!
Il convegno FederAVO 2015 di Montesilvano ha avuto una dedica speciale, per bocca del Presidente Claudio Lodoli, a tutti i volontari, protagonisti di forti esperienze sul campo e volenterosi di proseguire il proprio impegno radunandosi per meditare insieme sulle possibili evoluzioni dell’Avo e sulle nuove linee guida proposte.
I volontari costituiscono linfa e un capitale assai prezioso per l’Associazione, ma non solo per essa, bensì anche per l’intera nazione: una risorsa spendibile in questo periodo di profonda crisi, che ha portato devastazione nelle famiglie e nella società per la perdita generalizzata di posti di lavoro e di risparmi.
Il concetto di capitale umano nasce storicamente dalla visione economicistica dell’impiego dei lavoratori nelle attività industriali: una persona addestrata a un lavoro che richiede abilità è in grado di produrre un beneficio che supera per valore l’investimento speso per la sua formazione.
Nel tempo si è affermato il riconoscimento dell’importanza degli investimenti per la crescita degli individui all’interno delle comunità lavorative, in maniera che possano riversare nella propria attività anche le qualità morali e le esperienze del proprio vissuto, moltiplicando con effetto duraturo i risultati prodotti e rivelando l’anima della nazione, dimostrandone la capacità di utilizzare al meglio la sua popolazione per la creazione del bene comune, a cui possono e devono poter attingere tutti, senza esclusioni, pena la catastrofe sociale.
In quest’ottica, un passaggio essenziale per realizzare tali prospettive è quindi quello di rendersi disponibili a un percorso di formazione per diventare all’altezza delle responsabilità che si assumono; itinerario che deve essere tanto più specifico, quanto più distintivo è l’incarico (responsabili, coordinatori, presidenti).
Per un volontario si tratta poi di conciliare gli aspetti di necessità economica con la gratuità del proprio gesto, che lo porta a vincere la tendenza all’individualismo e all’egoismo sacrificandosi in atteggiamento di affidamento, solo per constatare di non essere soli in questo cammino, ma di possedere innumerevoli amici, orientati verso il raggiungimento di obiettivi di benessere condiviso e non esclusivamente racchiuso in ambito economico e utilitaristico.
Con le parole del Professor Longhini, Fondatore dell’Avo, mentre si constata che l’adesione all’Associazione è spesso risultato di una scelta piuttosto casuale (legata alla contingenza, o al bisogno di sfuggire all’individualismo, o per motivazioni religiose, o per fornire sollievo agli altri), si riconosce la necessità di guardare oltre il sacrificio del proprio tempo e oltre la semplice consolazione: “…se sorge la reciprocità abbiatene cura, ma senza limiti di tempo e di luogo. Nasce nell'ospedale ma non può essere dispersa. La reciprocità è un virus benefico molto, molto contagioso. È la base di un mondo desiderato e nuovoâ€.
Mediante questo livello di consapevolezza, cadono competizioni e antagonismi: non si ha più nulla da gestire, al di fuori del dono di sé, sperando in un analogo ritorno; il volontariato è un mezzo per realizzare il fine di una società basata sulla giustizia e coerente con il valore umano, in cui cittadini responsabili, consapevoli dei propri diritti e doveri sono capaci di alimentare relazioni sociali, producendo capitale sociale che a sua volta, per un circolo virtuoso, genera nuovo capitale umano.
Le reti sociali, a cui partecipa l’individuo in relazione con altri, costituiscono dunque l’ambiente in cui si può formare il capitale umano. Il futuro di una nazione non risiede perciò unicamente nel PIL, ma nel tipo di persone che la compongono, che - se disposte a impegnarsi in unità , come un vero e proprio organismo vivente – divengono dispensatrici di risorse immateriali (il prodotto del volontariato). Le emozioni, i sentimenti e gli ideali rappresentano l’anima di tale organismo, componente misteriosa in grado di far riemergere e rivivere tracce di vissuto, fatte di sacrificio, impegno, esperienza, sapere, tutte pronte a essere tramandate (la testimonianza delle origini).
L’anima della nostra Associazione non deve permettere che si disperda la nostra identità , ma al contrario deve far fruire altre persone della nostra esperienza per produrre nuovo capitale umano.
È il compito che tocca anche a noi!