Sezione NEWS di AVO Bollate

L’umanizzazione della cura

26-10-2017

Nel seminario tenutosi il 26 ottobre presso l’Aula Magna dell’Ospedale V. Buzzi di Milano a cura dell'Associazione Amici della Mente sono state portare in evidenza una serie di esperienze e riflessioni sull’applicazione della pratica clinica dell' “umanizzazione della cura”, con particolare riferimento all'ambito del disagio psichico, cercando di sottolineare il contributo che ad essa continua a portare il costante lavoro delle Associazioni di Volontariato.

Ogni malattia mette la persona che ne soffre di fronte a una serie di reazioni psicologiche che possono condizionare la patogenesi e il suo decorso. Queste reazioni sono dovute all’inevitabile discontinuità esistenziale che la condizione di malattia produce nei vissuti dei pazienti.

La persona malata perde infatti la sua sicurezza ontologica e tende a preoccuparsi eccessivamente. Oltre a sentirsi insicura comincia a provare un senso di impotenza perchÊ deve affidare la sua salute, ad una persona estranea. La sua è certamente una condizione emotivamente molto delicata, che merita la massima attenzione proprio perchÊ la sottovalutazione di questi aspetti può condizionare negativamente gli esiti della cura.

È per questa ragione che gli operatori sanitari devono essere aiutati a comprendere e saper gestire i vissuti e le reazioni psicologiche dei pazienti; perché solo in questo modo la loro azione terapeutica può essere realmente efficace. Una organizzazione anche tecnicamente perfetta ma che si propone al paziente in maniera anonima e impersonale può rendere difficile l’adattamento di quest’ultimo al contesto di cura prolungando la sua condizione di sofferenza.

All’inizio degli anni ‘50 grazie allo sviluppo di nuovi orientamenti in psicologia, il modello di cura cominciò a spostarsi verso un approccio centrato non più sulla malattia ma sul paziente e sui suoi vissuti.

Si cominciò a parlare di “umanizzazione della cura”.