Sezione NEWS di AVO Bollate

Una scelta di vita per la vita

30-05-2016

Alla conclusione del secondo mandato da Presidente di Federavo, Claudio Lodoli ha passato idealmente il testimone a Massimo Silumbra, facendo un bilancio del percorso portato a compimento e delineando le attese per il futuro.

La rinuncia a candidarsi per un terzo incarico, quello che avrebbe consentito di raccogliere i frutti dell’impegnativo lavoro di questi anni alla guida dell’Associazione, viene vissuto come un segno di responsabilità, per dar credibilità alla discontinuità introdotta dal nuovo statuto federale, che ha sancito il passaggio all’Era nuova.

Rivendicando la serietà dell’impegno in 17 anni di appartenenza a Federavo, di cui 12 passati a ricoprire ruoli istituzionali, ha giustificato la scelta di aver interpretato i bisogni dell’AVO, spesso anticipando nella loro percezione la maggioranza, per affrontare la difficile sfida del cambiamento e dell’innovazione, nella convinzione di agire a favore dell’organizzazione, pur in un clima di giudizio sospeso, con i turbamenti e le contrarietà di problemi inattesi quando gli equilibri si sono infranti, generando voci discordi e la sensazione di smarrimento, tipiche di quando si avverte la barca ondeggiare.

La forza di volontà, il coraggio e la competenza hanno infuso la sicurezza e la fiducia per compiere alcune forzature di mano per imporre il nuovo, agendo parallelamente per introdurre un modo innovativo di lavorare, sostenuto dal continuo apprendimento da parte dei volontari, attraverso la formazione, e dall’introduzione della modernità digitale, per rivolgersi alle nuove generazioni, che innescasse una spirale virtuosa, per produrre ancor più nuove visioni e metodologie.

A chi seguirà è offerto metaforicamente l’arredamento della casa e il privilegio di raccoglier e i frutti.

Nei due mandati sono state invece prevalenti le richieste di aiuto, per supportare le innovazioni tecnologiche e lo spostamento delle attività dagli ospedali al territorio, per convincere i volontari e gli amministratori sanitari, resistendo a pressioni e rigettando convenzioni imposte e contrarie ai principi di gratuità e sussidiarietà, con l’obiettivo di rassicurare i volontari nel loro compito, riportando alla luce le ragioni che hanno condotto alla nascita dell’AVO e riproponendole nell’attualità.

Le 40 missioni svolte ogni anno hanno costituito il confronto con la base, specchio attraverso cui conoscere gli errori, per riconoscerli e cambiare passo: lo specchio della coscienza, per liberarsi dall’ambizione, il bisogno umano di veder riconoscere il proprio valore.

Il compenso è stata un’attività ricca di valori, a cui sono stati dedicati il tempo e le risorse migliori, attraverso il sacrificio, per crearsi appunto uno spazio sacro, al riparo dalle scelte professionali, assumendo una scelta di vita, per la vita, nel riconoscimento del dono ricevuto.