Sezione NEWS di AVO Bollate

“Tu avevi tempo per me”: l'imprevisto accolto

30-05-2016

Nella tradizione dei grandi Santi di Torino (Alberione, Bosco, Cottolengo…), nacque nel 1964 il SERMIG (SERvizio MIssionario Giovani) come Fraternità della Speranza, che all’interno della Chiesa si dedicava in modo particolare all’animazione delle Giornate per il Lebbroso, per l’Infanzia e quella Missionaria.

Una significativa svolta accadde successivamente, durante la Settimana Santa del 1969, come ci è stato raccontato durante la Conferenza dei Presidenti AVO a Salsomaggiore da Ernesto Olivero, protagonista di una storia che stupisce per l’enormità del Bene suscitato nella società in tutto il mondo, attraverso la cura dei più deboli.

Tutta l’attività di Ernesto Olivero è stata originata dal rendersi conto che è possibile fare qualcosa, dar vita a dei sogni e non farsi esclusivamente i propri interessi: poter dimostrare una volta di più il valore dei giovani e la loro disponibilità a far proprio anche il ideale grandissimo di abbattere la fame del mondo, per dar testimonianza dell’Amore esagerato di Dio e dell’immensità del Cielo.

Nonostante un’esistenza trascorsa (costellata da 9 bocciature e rimandi a settembre) caratterizzata dal confronto coi limiti personali, non solo in termini culturali, ma anche di confidenza nei propri mezzi, atteggiamento che gli faceva rifuggire i discorsi in pubblico, l’incontro a tu per tu con i poveri e la possibilità di volare (a oggi sono più di 3000 i voli effettuati), Ernesto ebbe la forza di cambiare carattere, a riprova del proverbio brasiliano che la strada si apre camminando.

L’Opera, che ora appare giunta a un compimento significativo, viene riconosciuta provenire esclusivamente dalle mani di Dio e non esser frutto del finanziamento da parte dei potenti; i numeri sono impressionanti: 800 mila Euro giornalieri movimentati, per fornire riparo a 2 mila persone e una cena a 3-4 mila complessivamente.

Il tutto è nato dalla pulizia interiore dei partecipanti al gruppo, dalla Preghiera posta al primo posto, dalla disponibilità oltre misura e dalla prontezza a rimetterci e pagare per primi, considerandosi un’appendice della Chiesa; questo ha portato a realizzare collaborazioni impensabili, con - ad esempio – Adriano Celentano, quando ancora non era famoso, per organizzare un concerto per l’aiuto ai lebbrosi nell'enorme palazzo dello Sport di Torino, che ebbe un successo strepitoso (della Madonna); le frequentazioni poi con Giorgio la Pira (Sindaco di Firenze), Paolo VI e Nelson Mandela: tutto quanto anche grazie al ricorso talvolta alle cosiddette bugie santissime, così grosse da sembrare credibili, ma comunque sempre inventate a fin di bene.

Inizialmente però le difficoltà erano coincise con la cacciata dalla Chiesa di Moncalieri, cui il gruppo reagì con un mese di silenzio, in meditazione, nella convinzione che la Chiesa è Gesù.

Ma Dio legge nel cuore e l’innamoramento in Lui coincise con l'ottenere la Sua benedizione.

Il racconto degli avvenimenti vuole che il destino dell’Arsenale di Torino (l’ex fabbrica di artiglieria di 50 mila metri quadri a Porta Palazzo, valutata 100 miliardi) fosse stato propiziato con quattro anni di Rosari, finché alla fine - il 2 agosto 1983 - il Generale Renato Lodi consegnò le chiavi affinché vi ci potesse entrare da illegale una comunità costituita da uomini e donne, bianchi neri, ricchi e poveri. La legalità fu ristabilita grazie al patrocinio riservato da Sandro Pertini, incontrato da Olivero attraverso la mediazione di Guido Bodrato, che assicurò che chi avesse toccato Ernesto avrebbe leso lui stesso, allora Presidente.

Era il Paradiso che si spalancava e il Pertini si vide costretto a accettare di presenziare all’inaugurazione dell’Arsenale della Pace, per compiere il miracolo che Olivero aveva preventivamente fatto pubblicare sul manifesto che gli sottopose in quell'incontro: “Verrò a Torino a proclamare coi giovani la pace che è vita e a condannare la guerra che è morte”.

Alle Case Editrici chiese poi di allestire all'interno dell'Arsenale la Biblioteca dei libri sulla Pace.

La data del 2 agosto 1983 coincise anche con l’arrivo di una lettera dei carcerati delle Brigate Rosse dal carcere speciale di Palmi, da cui scaturì una missione originata dall’imprevisto accolto: Dio esiste e si manifesta in ogni epoca con uno Spirito nuovo, per concedere la Riconciliazione a chi presenta richiesta di scuse.

Una nuova possibilità concessa anche a quella ragazzina di appena 18 anni, condannata all’ergastolo per aver ucciso la mamma, il papà, il fratellino e il nonno, che gli fu affidata da don Giancarlo Carbonero in Curia: un appuntamento impossibile, che non venne tuttavia rigettato, perché è sempre possibile una nuova vita.

Durante una lezione sulla Pace tenuta in mezzo ai ruderi, Ernesto venne interpellato su dove dormisse lui alla notte, per scoprire che a Torino venivano concessi solamente 20 posti letto ai senza casa, per sperimentare successivamente l’inferno della stazione durante la notte e per maturare una risposta fatta di ospitalità per dormire ripetuta da allora 15 milioni di volte ancora.

Era la realizzazione di una Chiesa scalza che diventa luce, seppure questo agire venga molte volte scambiato per debolezza.

Ernesto Olivero dice di non sapere cosa sia la Speranza, ma sa come far felici gli altri: gioisce per gli amici e rimane in silenzio per far parlare gli altri, per ascoltare le loro storie; come è narrato nel suo libro (Dio non guarda l’orologio), in cui si scopre che Dio ha bisogno della nostra collaborazione, concedendoci degli appuntamenti con Lui tramite i nostri incontri con le persone, specie se vittime di violenza, o ridotte in schiavitù.

Il segreto per entrare in sintonia col mondo è il ricorso incessante alla Preghiera, per poter imparare sempre qualcosa di nuovo.

L’imprevisto è un incontro con Dio, attraverso cui si sviluppa la spiritualità della presenza, con la concessione di sempre nuove chance. Accogliendo l’imprevisto si spezzano le norme e nascono nuove opportunità: significa sentirsi interpellati da Dio che parla.

Alla base dell’accoglienza vi è la convinzione che l’altro sono io. L’Amore è piangere con chi piange, mettendosi nei suoi panni. Dall’esperienza con gli ultimi si saprà cosa vuol dire esser violentati, sapendo che si sarebbe potuti esser noi stessi a esser prostitute, o privati di un rene.

La gestione delle opere è migliore quando affidata alle donne: a San Paolo sono state loro protagoniste della trasformazione dell’Ospedaria dos Emigrantes, dove in precedenza 170 funzionari si occupavano di 120 assistiti, mentre oggi gli ospiti sono 1300 persone per notte e i gabinetti sono alcuni dei locali da poter mostrare orgogliosamente durante le ispezioni.

Il pranzo dei poveri ogni giorno diventa il pranzo degli amici (ci si sente a casa), secondo l’insegnamento di Gesù Cristo: nella preghiera del Padre nostro ci diciamo infatti di esser fratelli tra di noi, con il dovere di dividere il cibo, prestare le cure attraverso i centri medici e le scuole, per evitare l’esperienza del ghetto, che altimenti si delineerebbe all’orizzonte come peggiore delle evenienze.

Il Catechismo deve diventare come insegnare a giocare a pallone o a ballare ai bambini: bisogna insegnar loro a sognare dei grandi Amori e i catechisti devono a loro volta essere innamorati di Dio.

La severità poi è la massima attestazione di bontà: bisogna imparare a dire dei sì e dei no, a far felici gli altri perché gli sia consente di decidere, come nel caso dei drogati.

Tutte le opere sono cominciate senza soldi e senza volontari, seguendo l’esperienza di Frere Roger di Taizé: un pugno di ragazzi può cambiare la propria città; se ci è riuscito lui, allora mai arrendersi, mai lamentarsi; pregare per gli altri, sempre! Chi cerca è trovato e perciò è necessario pregare molte ore al giorno.

Mai tradire le persone, ma pregare e avere delle guide: è il metodo giusto per non montarsi la testa. Mai prendere una decisione, senza che un uomo o una donna di Dio (credente, o non credente) approvi. Accettare i consigli forniti da persone severe e farsi dominare dai giovani, dotati della freschezza di chi deve imparare; bisogna suscitare in loro il desiderio di entrare in politica: i giovani devono esser posti al centro e, da innamorati di Dio, devono generare vocazioni per rievangelizzare l’Europa.

Si deve rimediare alla confusione sessuale, ricordando che beati sono i puri di cuore: ciascuno deve esser richiamato a esser protagonista della propria storia piĂą bella.

Pubblicare i bilanci è una pratica compiuta da soltanto l’1.8% degli Enti pubblici, in spregio alla giustizia, ma i soldi che si manovrano sono di Dio, che è l’azionista di maggioranza e a cui nulla si può nascondere.

Bisogna evitare di creare la mentalità dell’orco da dover rendere impotente, lavorando invece perché la società rieduchi le persone. Perciò è bene frequentare i carcerati, da cristiani, e non abbattere le persone, evitando anche che lo facciano gli altri, ma piuttosto amarle. Essere punti di riferimento per aiutare le persone a cambiare vita, aiutando tutti a essere cristiani 24 ore al giorno. Fare bene il Bene e non solo il Bene.